Il restauro del graffito

Il dipinto murale (mis. 300X280cm) della seconda metà del novecento, situato sulla parete all'ingresso del Grand Hotel Aminta in Sorrento, è realizzato con la tecnica dell' incisione sull'intonaco ancora fresco su una preparazione a terra rossa. La raffigurazione dell'opera prende spunto dal dramma pastorale scritto dal poeta sorrentino Torquato Tasso nel 1573, l'Aminta, che narra di un giovane pastore innamorato di una ninfa. Il suo amore però non viene ricambiato. Un giorno Silvia mentre si bagna alla fonte viene aggredita da un fauno che vuole abusare di lei. Aminta la salva ma Silvia scossa dalla brutta esperienza scappa senza nemmeno ringraziarlo. Nel bosco Aminta trova un velo sporco di sangue che appartiene a Silvia e ne deduce che la ninfa deve essere stata sbranata dai lupi. Sconvolto decide di uccidersi gettandosi da una rupe. A quel punto Silvia, che non è morta, appresa la notizia del suicidio di Aminta, corre sul luogo dove è precipitato Aminta piangendo disperata. Ma il pastorello è ancora vivo grazie a degli arbusti che ne hanno rallentato la caduta. Il poemetto quindi si conclude con il matrimonio dei due innamorati.

L'opera risultava in uno stato di conservazione molto precario e disomogeneo, diversi fattori avevano contribuito al degrado. Uno su tutti era l'umidità di risalita che nel passato aveva provocato il distacco e la perdita totale di quasi tutta la parte inferiore del dipinto. In seguito a questo danno l'opera fu sottoposta a un restauro, eseguito con una tecnica del tutto estranea all'originale che aveva in parte compromesso l'efficacia e la raffinatezza della scena raffigurata.

Inoltre l'uso di materiali non idonei aveva contribuito in poco tempo alla polverizzazione della pellicola pittorica del tutto priva di un legante adatto per l'esterno. La parte originaria del dipinto era interessata da alcune lesioni e rigonfiamenti dell'intonaco sottostante, evidenti erano le efflorescenze saline visibili nella parte inferiore.

Il primo intervento è stato la realizzazione di una barriera chimica alla base della muratura in modo da poter arrestare l'umidità di risalita capillare. Sono stati praticati dei fori ad intervalli regolari nella zona stabilita ove è stato iniettato un prodotto che contiene specifici leganti idraulici che si diffondono attorno ai punti di iniezione, provocando la formazione di cristalli insolubili. Sono stati così permanentemente occluse la rete capillare ed eventuali micro fessure od interstizi presenti alla base della muratura, creando una barriera al passaggio dell’umidità.

Una volta formata la barriera chimica, si è provveduti alla rimozione del precedente intervento di restauro per poter realizzare un nuovo intonaco a terra rossa (malta formulata in base alla composizione chimica dell'originale), ove abbiamo inciso la porzione mancante del nostro dipinto rifacendoci alla tecnica originale con cui è stato realizzato.

Per la parte mancante ci siamo avvalsi di disegni preparatori ricavati da una vecchia foto d'archivio antecedente all’ultimo restauro.

La tecnica di realizzazione è quasi simile a quella dell'affresco, infatti abbiamo preparato una porzione di intonaco (giornata), ove abbiamo inciso il nostro disegno preparato su appositi fogli. L'originale parte d'intonaco interessata a rigonfiamenti, è stata opportunatamente consolidata con iniezioni di malta idraulica. Infine è stato applicato uno specifico protettivo per l'intera superficie pittorica.

Il risultato finale